I protagonisti dei miei video: parte uno
Qui condivido l’esperienza di migliaia di immersioni tra Mar Rosso e Maldive: come mi avvicino agli abitanti più affascinanti e quali tecniche di ripresa ritengo più efficaci, il tutto sempre nel loro pieno rispetto.
Squalo pinna bianca di reef
Comune in Mar Rosso e Maldive, lo Squalo Pinna Bianca di Reef (Triaenodon obesus) si vede spesso riposare immobile sul fondo sabbioso. Sconsiglio di filmarlo in questa situazione: avvicinandosi troppo, fuggirebbe, lasciando solo riprese poco significative della coda.
È meglio riprenderlo mentre perlustra la barriera corallina. In tal caso, consiglio di evitare l’approccio frontale, intercettando piuttosto la sua traiettoria in diagonale e poi seguendolo affiancati, ma senza disturbarlo.
Si trovano anche individui più piccoli nascosti in piccole grotte o sotto tavolati di corallo. Anche qui, consiglio di limitarsi all’osservazione: oltre che a disturbarli, filmarli in queste condizioni produrrà quasi sempre riprese statiche, buie e poco soddisfacenti.
Rasdhoo Madivaru, Maldives 2019 with GoPro7, 16:9, 2.7K, 60 fps
Aquila di mare
Le Aquile di Mare (Aetobatus narinari) tradizionalmente sono sempre state considerate schive e difficili da avvicinare. Tuttavia, le nuove generazioni appaiono molto meno timorose, ormai abituate ai divers, permettendo riprese molto più ravvicinate.
L’approccio migliore resta sempre quello lento e laterale, mai frontale, ma consiste nell’anticipare la loro traiettoria, muovendosi parallelamente e mantenendo una distanza che non le faccia sentire minacciate.
Filmarne le silhouette in formazione, dal basso verso l’alto con il sole filtrante, crea immagini d’impatto. Al contrario, filmarle dall’alto nel blu profondo spesso non rende giustizia, producendo immagini piatte e quasi sempre molto rumorose. Tuttavia, su fondale sabbioso, la ripresa dall’alto può creare un bel contrasto, facendo risaltare le figure scure sulla sabbia chiara.
Maarehaa Kandu, Huvadhoo, Maldives 2025 with GoPro12, 8:7, 4K, 60fps
Trigone
Una grande varietà di pastinache e trigoni popola i fondali sabbiosi e le barriere coralline. Generalmente bentonici, sono avvicinabili sempre con calma, muovendosi lentamente e bassi.
È fondamentale, però, non sottovalutarne la potenziale pericolosità, perché molte specie possiedono aculei velenosi sulla coda, usati per difesa. Purtroppo, questi hanno causato incidenti, anche mortali, a subacquei che hanno cercato di toccarle o infastidirle. Non bisogna mai posizionarsi sopra di loro, bloccarne la via di fuga o cercare il contatto fisico.
L’approccio corretto consiste nell’osservarli e filmarli da distanza rispettosa, preferibilmente di lato, cercando, se possibile, di catturarne l’elegante nuoto ondulatorio.
Fish Thank, North Malè, Maldives 2019 with GoPro7, 16:9, 2.7K, 60 fps
Squalo spinner
Lo Squalo Spinner (Carcharhinus brevipinna) è un predatore agile e veloce. È molto comune a Kooddoo Jetty (Huvadhoo, Maldive), dove se ne avvistano numerosi. Abituati nel tempo a nutrirsi degli scarti dei pescatori locali, che puliscono il pesce vicino all’entrata del porto, accorrono infatti a decine al rumore delle barche, circondando curiosamente i subacquei.
Per le riprese in queste condizioni, la profondità ideale è di circa 10-15 metri, evitando la troppa vicinanza alla superficie perché il loro colore bronzeo può creare riflessi molto difficili da correggere, anche in post-produzione. Se sono vicini alla superficie, allora è meglio riprenderli dal basso verso l’alto per valorizzare la loro silhouette slanciata.
Koddoo Jetty, Huvadhoo, Maldives 2025 with GoPro12, 8:7, 4K, 60fps
Squalo tigre
Incontrare casualmente uno Squalo Tigre (Galeocerdo cuvier) durante un’immersione è un evento molto raro. Tuttavia, se dovesse accadere, è fondamentale affrontarlo mantenendo sempre il contatto visivo. Non bisogna mai voltargli le spalle né indietreggiare, perché un atteggiamento di fuga potrebbe scatenare il suo istinto predatorio.
E, anche se il cuore starà battendo a mille, non bisogna dimenticare di premere il tasto ‘Rec’ e accertarsi con sicurezza di averlo fatto.
Gli avvistamenti con i Tigre sono certi solo nelle zone di shark feeding, come ad esempio il “Tiger Zoo” a Fuvahmulah (Maldive), dove guide esperte, dopo briefing dettagliati, organizzano incontri molto ravvicinati. Anche in questo caso, è fondamentale mantenere il contatto visivo (senza mai dare le spalle) e muoversi sempre lentamente. È importante mantenere un’attenzione a 360°, perché spesso si avvicinano da direzioni impreviste, e seguire sempre le indicazioni del briefing. In questi contesti, per un’immagine più autentica, preferisco riprendere il maestoso arrivo del Tigre dal blu, isolando così lo squalo dal contesto “artificiale” del feeding, piuttosto che concentrarmi sulla frenesia sull’esca.
Tiger Zoo, Fuvahmulah, Maldives 2025 with GoPro12, 8:7, 4K, 60fps
Squalo pinna nera di reef
Tendenzialmente timidi e veloci, gli squali pinna nera (Carcharhinus melanopterus) si incontrano spesso nelle lagune a basse profondità. Possono essere visti anche in piccoli gruppi, composti da due o tre esemplari, e risultano molto difficili da filmare da vicino. Allontanandosi leggermente dal gruppo ed evitando ogni tipo di movimento o rumore, le possibilità di ottenere un passaggio ravvicinato aumentano notevolmente. Essendo quasi sempre vicino alla superficie, per evitare troppi riflessi e una sovraesposizione generale, è consigliabile impostare la GoPro con un preset adatto, come il mio “Shallow Water” che si può vedere nella sezione GoPro UW Setting.
Squalo grigio di reef
I “Grigi” (Carcharhinus amblyrhynchos) sono molto comuni sulle barriere coralline alle Maldive, dove, anche a centinaia, pattugliano lo scalino delle Kandu.
Mantenendo un atteggiamento calmo, un buon assetto, riducendo le bolle ed evitando specialmente movimenti bruschi, si possono far avvicinare notevolmente. Gli adulti più grossi sono sempre i più sospettosi, mentre i più giovani talvolta possono arrivare anche a pochi centimetri dal subacqueo.
Nonostante il numero e la loro curiosità, i Grigi sono tra gli squali più difficili da filmare perché si trovano quasi sempre a profondità non ideali per la GoPro (30 metri e oltre): con luce scarsa, specie se lontani, perderanno dettaglio. In questo caso, quando possibile, la ripresa migliore è dal basso verso l’alto, sfruttando la luce superficiale per cercare la loro silhouette. Prima di riprendere squali nel blu, per far adattare il sensore della GoPro, è utile mettere in pratica le indicazioni che si trovano qui.
Vilingili Kandu, Huvadhoo, Maldives 2025 with GoPro12, 8:7, 4K, 60fps
Squalo nutrice
Lo Squalo Nutrice (Ginglymostoma cirratum), di giorno, riposa solitamente nascosto in anfratti corallini o piccole grotte, rendendo quasi impossibili riprese significative. In queste condizioni, non si deve mai tentare di farlo uscire dalla tana: oltre a essere un gesto eticamente molto scorretto, il Nutrice può anche mordere violentemente se infastidito e provocato.
Di notte, però, è tutt’altra storia: diventa molto più attivo poiché caccia. Sotto il pontile di Alimathà (Felidhoo), si raduna a decine in compagnia di trigoni, carangidi e pinna nera. Filmarli lì è intenso: nuotano vicinissimi e senza timore, quasi a volersi strusciare sui subacquei.
Se non si usano illuminatori, è molto meglio entrare in acqua al crepuscolo, poco prima del tramonto, anziché a notte inoltrata. Questo permette di ottenere riprese più nitide e con minor rumore digitale, che altrimenti, in queste condizioni, sarebbe purtroppo elevatissimo.
Alimathà Jetty, Felidhoo, Maldives 2023 with GoPro11, 8:7, 4K, 60fps
Manta
È facile incontrare e riprendere le Mante (Oceanica Manta birostris e di Barriera Manta alfredi) nelle “cleaning stations” maldiviane, dove si radunano per farsi pulire dai labridi.
L’approccio migliore consiste nel posizionarsi con calma vicino alla stazione, appoggiati delicatamente sul fondo e senza creare sospensione. Poi si attende: saranno loro a passare, l’importante è non occupare mai il loro percorso. Particolare attenzione va data alle bolle, che rovinano moltissime riprese; è bene quindi tenere sempre un occhio sulla manta e uno sugli altri subacquei.
L’alta concentrazione di plancton che le attira, purtroppo, rende l’acqua spesso verdognola, il che richiederà una correzione colore non facile in post-produzione. Con visibilità scarsa, si può filmare la silhouette in controluce, evitando però di avvicinarsi troppo per non ottenere nelle clip solo sagome scure.
Maa Kandu, Addu, Maldives 2019 with GoPro7, 16:9, 2.7K, 60 fps
Squalo martello
Incontrare gli Squali Martello (Sphyrna lewini o Sphyrna Mokarran nel caso del Gran Martello) non è sempre facile, a meno di immergersi in luoghi specifici. Destinazioni come Daedalus Reef in Egitto sono rinomate per la loro presenza, così come siti più remoti quali Bahamas, Galapagos o Giappone.
La loro naturale timidezza li rende sfuggenti; pertanto, è fondamentale adottare un approccio tecnico e ben preparato. Mantenere una posizione stabile e movimenti lenti è vitale, evitando qualsiasi azione che possa spaventarli. I martello possono emergere dal blu inaspettatamente, richiedendo un’attenzione costante. Non appena si individua una sagoma all’orizzonte, la priorità è avviare la registrazione e assicurarsi che la GoPro stia effettivamente filmando. Quando si trovano relativamente vicini, è importante trattenere le bolle o emetterne solo piccole quantità.
Non si deve assolutamente cercare di inseguirli; è preferibile lasciare che siano loro a passare, concentrandosi su un’inquadratura stabile e fluida. Solitamente tendono ad avvicinarsi solo se si dimostra un buon assetto e un buon controllo della respirazione. È interessante notare come alcuni suoni deboli e ripetitivi possano incuriosirli, come ad esempio sbattacchiare delicatamente il moschettone sulla base con maniglia, come si può osservare nel video.
Daedalus Reef, Egypt 2025 with GoPro13, 16:9, 5.3K, 60 fpl
Squalo longimano
Il pinna bianca oceanico (Carcharhinus longimanus), noto anche come squalo longimano, è una specie pelagica che si osserva principalmente in zone dove la barriera corallina precipita velocemente a grandi profondità.
Immergersi in liveaboard nei siti più rinomati del Mar Rosso rende relativamente agevole riprendere il longimano. La vera sfida, tuttavia, consiste nel farlo senza inquadrare migliaia di bolle o subacquei entusiasti che cercano di inseguirlo.
Quando mi immergo con l’intenzione di filmare questi squali, cerco sempre di mantenere una scorta d’aria sufficiente per la fase finale dell’immersione. Non vorrei trovarmi costretto a risalire prematuramente, proprio nel momento più interessante dell’azione, solo perché in riserva. Evito inoltre di scendere eccessivamente in profondità, preferendo mantenermi a quote che consentano, in caso di avvistamento, una rapida risalita verso la superficie.
Un elemento cruciale è la zavorra: trattandosi spesso di riprese a “fine immersione” e con bombole in alluminio, è importante indossare una zavorra adeguata per poter trattenere il respiro anche per diversi secondi, mantenendo un buon assetto, persino a bassa profondità.
Il compagno d’immersione deve possedere le medesime capacità ed esperienza, poiché per questo tipo di riprese la sintonia è essenziale. Difatti, quando lo squalo sarà avvistato (e solitamente inseguito) dal gruppo, sarà necessario sfilarsi con pinneggiate tranquille, per posizionarsi lungo quella che si prevede possa essere la sua traiettoria. Tentativi di seguirlo con il resto del gruppo sono da evitare, poiché produrrebbero solo riprese lontane della coda e molte bolle.
Successivamente, è opportuno semplicemente attendere, mantenendo un assetto armonioso e una respirazione misurata, in modo da produrre meno bolle possibile. Se si riesce ad essere “puliti” – ovvero, a non disturbare l’animale – si potrà suscitare la sua sana curiosità. Questo favorirà dapprima un posizionamento dello squalo alla nostra stessa profondità, poi un avvicinamento frontale e infine un passaggio laterale, quasi in modalità slow motion: il momento ideale per la ripresa.
Disturbare e provocare lo squalo, causando atteggiamenti aggressivi come colpi di muso, giri spasmodici attorno al subacqueo o risalite e discese rapide e frenetiche, è assolutamente da evitare. Sebbene tali comportamenti possano produrre riprese spettacolari, sono in realtà segnali di una scorretta interazione con l’animale e un preludio all’incidente. Talvolta, questi episodi vengono però innescati anche da contatti precedenti con subacquei meno responsabili.
Evitare sempre di seguire lo squalo fino alla superficie: si rischia di saltare la sosta di sicurezza, ma ancora più importante, a pelo d’acqua è molto più difficile respingere un eventuale attacco.
Anche se le riprese sono quasi sempre effettuate vicino alla superficie, per il bilanciamento del bianco è preferibile impiegare l’impostazione automatica, come si osserva nel primo video che illustra la tecnica di avvicinamento descritta in precedenza. Nel secondo video, il bilanciamento del bianco era impostato a 5500K, valore che normalmente uso per le riprese a pelo d’acqua, e nemmeno con un’accurata post-produzione sono riuscito a ottenere i risultati desiderati.
Nella ripresa del longimano, è di fondamentale importanza il corretto posizionamento, che deve essere preparato già nella fase di avvicinamento. Il sole dovrebbe trovarsi alle spalle del subacqueo, e bisogna evitare di includere nell’inquadratura altri subacquei e le bolle.
Nel caso si desideri pubblicare su social media in formato 9:16, è consigliabile evitare riprese troppo ravvicinate. In assenza di una lente grandangolare accessoria, queste inquadrature rischiano la sfocatura e rendono comunque complesso il posizionamento dello squalo nel formato verticale.
Daedalus Reef, Egypt 2025, with GoPro13, 16:9, 5.3K, 60fps