I ferri del mestiere
Quella che presento qui è la mia configurazione attuale, il risultato di un percorso fatto di test, errori e miglioramenti continui.
L’invito più importante è: sperimentare, provare e trovare la propria strada.
GoPro

La HERO13 è la mia GoPro principale, quella che tengo nelle mani con l’asta di prolunga o la base con maniglie. La HERO12 la uso invece con il “Chesty” per le riprese POV (“Point of View”), che amo particolarmente.
Durante una vacanza subacquea, specialmente in crociera, le giornate sono frenetiche e le fasi si susseguono senza sosta: si passa dallo snorkeling all’immersione, per poi magari scendere su una spiaggia deserta. È un continuo cambiare di scenari e condizioni.
Dover ogni volta modificare i settaggi della GoPro, aprire la custodia e magari cambiare supporti, è una perdita di tempo che rischia di far perdere il momento perfetto.
Per questo motivo, dedico la mia HERO11 esclusivamente alle riprese esterne, mentre per le immersioni mi affido alla HERO12 e HERO13.
Quale GoPro suggerisco a chi parte da zero?
Per ottenere la massima flessibilità e qualità, consiglio i modelli a partire dalla HERO11: il sensore 8:7 e i 10 bit di colore garantiscono infatti risultati eccellenti. In particolare, il formato 8:7, quasi quadrato, cattura una porzione molto ampia della scena, offrendo grande versatilità in fase di editing e permettendo di ritagliare le clip sia in verticale, per i social, sia in orizzontale, per YouTube o siti web.
Inoltre, un vantaggio decisivo è dato dalle nuove funzioni GoPro Labs per le immersioni, disponibili solo per HERO11 o superiore. Tra queste spiccano una stabilizzazione specifica per l’ambiente acquatico e la possibilità di aumentare l’intensità del solo canale rosso, o blu, a seconda delle profondità.
Per un utente medio, dovendo acquistare ex novo, la HERO13 non rappresenta un salto di qualità sostanziale rispetto alla HERO12. Le differenze emergono a un livello più avanzato, ovvero se si utilizzano profili colore come Log o Flat, che richiedono una post-produzione dedicata, e nella personalizzazione dei Preset, che con la Hero13 è divenuta molto più semplice.



Custodia protettiva

La custodia protettiva GoPro, garantita impermeabile fino a 60 metri, offre un’eccellente protezione ed è facile da usare.
Con la custodia, i pulsanti “modalità” e “otturatore” rimangono operativi e lo schermo LCD è visibile ma, ovviamente, con le funzioni “touch” non attive.
Purtroppo, per la sua custodia GoPro non commercializza O-ring di ricambio. Come soluzione temporanea, si può usare l’O-ring dello sportello “skeleton” (quello aperto) fornito come accessorio con la custodia. Poi, nel caso, sarà necessario acquistare una nuova custodia.
Per le immersioni tecniche è invece necessario utilizzare custodie in metallo, progettate per resistere a pressioni molto superiori di quella standard.
Batteria e caricabatteria

Per non rischiare di dover lasciare la GoPro in barca, è necessario portare con se sempre un numero adeguato di batterie.
Uso solo batterie originali GoPro, che mi proteggono dai rischi legati ai prodotti di terze parti (come, ad esempio, il surriscaldamento e l’autonomia ridotta).
Per ottimizzare le ricariche tra le immersioni, è fondamentale un caricabatterie multiplo, verificando sempre la compatibilità di prese elettriche e voltaggio nel paese di destinazione e, nel caso, procurandosi gli adattatori necessari.
Dato che sulla maggior parte delle imbarcazioni non è consentito caricare le batterie in cabina, suggerisco di marcare distintamente ogni batteria (io uso un marcatore indelebile apposito), per evitare facili scambi di attrezzatura con gli altri ospiti.


Scheda microSD

Una MicroSD adeguata garantisce riprese fluide e prive di errori di registrazione.
Da sempre uso le SanDisk Extreme PRO 64 GB. Lexar Silver Plus e Samsung Pro Ultimate sono comunque ottime alternative.
Le schede devono essere di Classe A2 V30, UHS-3 o superiore e acquistate solo da rivenditori affidabili, perché le versioni “fake” sono molto diffuse.
Come evitare le schede “Fake”
Il mercato delle microSD è saturo di prodotti contraffatti che possono causare perdite di dati e malfunzionamenti. Per evitare acquisti incauti è bene seguire alcune linee guida.
Un prezzo irrealistico per una scheda di marca è il primo segnale di allarme. È fondamentale rivolgersi esclusivamente a rivenditori autorizzati e canali ufficiali, verificando sempre la reputazione del venditore online.
Anche l’aspetto del prodotto fornisce indizi: confezioni di bassa qualità, con stampe sfuocate o errori, indicano una probabile falsificazione.
La prova definitiva, tuttavia, consiste nel testare la capacità effettiva della scheda subito dopo l’acquisto. L’utilizzo di software specifici (come H2testw per Windows o Blackmagic Disk Speed Test per Mac) è il metodo più sicuro per confermare l’autenticità del prodotto e smascherare eventuali frodi.
In questo articolo del mio Blog, spiego esattamente come fare il test.
Asta di prolunga

L‘asta di prolunga la utilizzo solo in situazioni particolari, come ad esempio quando, durante l’immersione, voglio farmi dei selfie.
Più l’asta di prolunga è estesa, più difficile sarà mantenerla stabile; per questo, quando possibile, cerco di usarla alla sua minima lunghezza. Durante la pinneggiata e quando mi muovo in spazi stretti, lo ripiego sempre, assicurandomi così di non arrecare mai danni all’ambiente marino.
Nella scelta, opto sempre per materiali leggeri e resistenti alla corrosione, come l’alluminio anodizzato o la fibra di carbonio.
Per creare un solido punto di aggancio per il moschettone, utilizzo un occhiello per treppiede con filettatura esterna da 1/4″.


Base con maniglie

La base con maniglie, è composta da un supporto centrale sul quale si fissa la GoPro e da bracci laterali con impugnatura, offre una struttura molto solida, consentendo anche di fissare gli eventuali illuminatori per le immersioni notturne. La base con maniglie mi permette riprese più stabili e contribuisce anche a ridurre l’affaticamento di mani e braccia durante le riprese. Nonostante un costo superiore rispetto alla classica asta di prolunga, si conferma uno degli investimenti più efficaci per chiunque miri a un salto di qualità nei propri video.
Chesty

Il GoPro Chesty, fidato compagno di immersione, mi permette riprese da una prospettiva soggettiva o POV (“Point of View”) dandomi anche la possibilità di portare sempre con me una GoPro di backup. Per contro, la stabilità offerta non è sempre elevata ed è difficile controllare l’inquadratura con precisione.
Tra la GoPro e la base di fissaggio del Chesty, utilizzo un’estensione a snodo sferico da 60 mm, al quale spesso abbino anche un Flat Load Adapter, che mi consente regolazioni flessibili per trovare l’angolazione perfetta e anche la possibilità di poter effettuare un cambio veloce, ad esempio nell’eventualità di esaurimento della batteria, con la GoPro principale.


Treppiede

Anche se può essere difficile trovare una superficie stabile su cui posizionarlo, specialmente in presenza di corrente, il treppiede può aiutare a girare clip davvero particolari.
L’ho usato, ad esempio, per le riprese delle timidissime anguille giardino (Heteroconger hassi) a Mahibadhoo Rock, nelle Maldive. Mi è stato anche utile per fare riprese “selfie” a figura intera, dove volevo far vedere l’intero movimento della pinneggiata, come si può vedere qui.
Clip con laccio a spirale

Per evitare di perdere la GoPro, utilizzo sempre la clip con laccio a spirale. La spirale, preferibilmente con clip d’aggancio, permette, senza creare ingombro non necessario, di estenderne la lunghezza solo quando serve. Il punto debole di questo sistema sono normalmente i moschettoni che vengono forniti come dotazione, quasi sempre realizzati con materiali economici; per questo, li ho sostituiti con moschettoni da alpinismo di qualità ben superiore.


Inserti antiappanamento

La condensa si forma quando l’umidità intrappolata nella custodia si deposita sulla lente, compromettendo la nitidezza delle riprese. Gli inserti assorbenti sono piccoli rettangoli che catturano l’umidità in eccesso. Dopo le vacanze, li rigenero mettendoli in forno a 150°C per 5 minuti, operazione che comunque si può fare per massimo due/tre volte.
Ne uso sempre due per custodia, posizionandoli ovviamente lontano da schermi e lente.
Per pulire gli obiettivi della GoPro e custodia, uso panni in microfibra, che evitano di graffiare le superfici delicate.
Dischi di back-up

Al termine dell’immersione, la mia priorità è salvare i video appena girati. In aggiunta, ogni sera effettuo un ulteriore backup, che considero la mia assicurazione contro la perdita dei dati. Come archivio principale uso un SSD che mi garantisce una buona velocità di trasferimento dati e una elevata resistenza agli urti, in abbinamento a un cavo USB 4.0 240W 40Gbps. Quanto al backup, la mia scelta ricade spesso su un hard disk esterno (HDD), orientandomi sui modelli di minor peso.
Per quanto riguarda il backup, i servizi di cloud storage (Google Drive, Dropbox, iCloud, ecc.) sono ideali, permettendo di salvare i file online, ma richiedono una connessione internet stabile e veloce, condizione che nel contesto di un Liveaboard poche volte è garantita.


Portatile

In una vacanza dedicata alle riprese subacquee, il computer portatile è uno strumento fondamentale. Come illustro nella sezione “After Dive“, l materiale girato va visionato dopo ogni immersione.
Il computer mi permette anche di organizzare subito cartelle e files, risparmiando così tempo prezioso al rientro.
Per la mia post-produzione, uso un MacBook Pro con chip Apple M3 Pro, 18GB di memoria unificata. Questa configurazione gestisce bene la maggior parte del workflow. Tuttavia, anche con questa potenza, il sistema può rallentare notevolmente quando applico plugin esigenti come quello Naet Video per la riduzione del rumore.
Non bisogna dimenticare di portare sempre il caricabatterie e tutti i cavi necessari, inclusi quelli per i dischi esterni.
La mia Check List GoPro Equipment: scaricala qui
