Daedalus: l’ombra dello Shark Finning
Daedalus Reef è da sempre il fulcro delle crociere subacquee in Egitto. Per anni, immergersi sulla sua “Punta Nord” ha rappresentato una garanzia, non una scommessa: l’incontro con il grande banco di squali martello (Sphyrna lewini).
Prima del 2020, la densità di avvistamenti era impressionante. Non si trattava di scorgere sagome nel blu, ma di interagire con banchi compatti dai 10-15 fino ad anche 25 esemplari. Era la normalità di questo sito. A testimonianza di quel periodo, pubblico un video girato nell’agosto 2017 da Alberto, che era in immersione con me (al tempo non filmavo ancora), che documenta le emozioni che si provavano.
Il banco di martelli a Daedalus nel 2017 (video di Alberto Trinca).
La riapertura del sito d’immersione nel post-Covid ha però svelato uno scenario drasticamente mutato. Nel corso delle miei tre crociere successive alla pandemia, il “muro” di martelli è scomparso. Il bilancio delle mie immersioni è stato desolante: in tre vacanze distinte, il picco massimo è stato di due esemplari avvistati contemporaneamente. Spesso, il nulla.
Inizialmente ho ipotizzato cause ambientali. Ho analizzato i dati storici nei miei log book delle temperature dell’acqua, confrontandoli con quelli attuali: nessuna anomalia significativa. Quest’anno mi sono immerso anche a novembre, con temperature più basse e condizioni teoricamente ideali per i pelagici. Il risultato è stato il peggiore: zero avvistamenti, nemmeno uno.
Escludendo le cause naturali, ho approfondito la questione con guide e istruttori locali. Le informazioni raccolte delineano una realtà preoccupante. Durante il lockdown, l’assenza totale di barche da crociera ha privato il Parco Marino di ogni sorveglianza. Diverse fonti confermano che, in quel periodo di silenzio, pescherecci industriali (probabilmente di provenienza yemenita) hanno operato indisturbati anche a Daedalus Reef.
A supporto di questa tesi ci sono i ritrovamenti di alcune guide sub: alla riapertura del sito, reti da pesca di grosse dimensioni, sono state individuate sui fondali a punta Nord.
Avvistamento solitario nell’Agosto 2025. Questo è ciò che rimane oggi di uno dei più spettacolari assembramenti di pelagici del Mar Rosso.
Nel periodo Covid, a St. John’s, in particolare, è stata segnalata un’imbarcazione Yemenita carica di pinne di squalo.
La deduzione è logica quanto brutale: i banchi non si sono spostati in profondità, né sono migrati altrove. Sono stati pescati. Le pinne di quegli squali che popolavano i nostri video sono finite nel mercato asiatico per stimolare la libidine sessuale degli ipodotati abitanti del posto.
Il Covid ha tolto gli occhi dal mare per due anni, e i predatori umani ne hanno approfittato per sterminarne gli abitanti.
Speriamo che la natura, con la sua incredibile resilienza, possa un giorno ripopolare di martelli Daedalus, ma per ora, non ci resta che guardare i vecchi video e ricordare cosa abbiamo perso per colpa dell’avidità umana.
Tra l’eleganza degli squali seta e l’imponenza dei Longimani, passando per squali volpe, mante oceaniche, tartarughe e giardini di corallo mozzafiato, questo luogo conserva una magia unica. Anche orfano del suo banco storico, Daedalus resta per me uno dei siti più belli del pianeta.
Non smetterò di tornarci: lo farò per tutto quello che c’è ancora, e con la speranza costante di vedere, un giorno, i martelli riprendersi la loro casa.
Il prossimo appuntamento con Daedalus è fissato per il 30 maggio 2026, quando partirà la nostra crociera di gruppo sull’itinerario BDE. Torneremo in Egitto a bordo di una delle barche più belle di tutto il Mar Rosso: il MY Anemone.
Sarà anche un’occasione di formazione: a bordo terrò un seminario gratuito specifico sulla GoPro. Analizzeremo i settaggi corretti per l’underwater e ci concentreremo sulle potenzialità che GoPro Labs riserva ai creatori più esigenti. Se vuoi essere dei nostri, batti un colpo: scrivimi e ti mando i dettagli.