Riprendere lo squalo longimano

Il pinna bianca oceanico (Carcharhinus longimanus), noto anche come squalo longimano, è una specie pelagica che si osserva principalmente in zone dove la barriera corallina precipita velocemente a grandi profondità. Difatti, le sue apparizioni più frequenti avvengono in località rinomate del Mar Rosso egiziano, come le Isole Brothers, Daedalus Reef ed Elphinstone Reef.
Questo squalo è considerato potenzialmente pericoloso per i subacquei perché il suo comportamento curioso e intraprendente lo porta ad avvicinarsi senza paura, manifestando un’attenzione che può evolvere in un’investigazione più insistente e, in alcuni rari casi, in un attacco.
Nel Mar Rosso il Longimano è difatti tristemente conosciuto per alcuni incidenti che in passato hanno causato gravi ferite o la morte di subacquei e snorkelisti. Attacchi verificatisi spesso in prossimità della superficie e, a prima vista, non provocati (la vittima, cioè, non ha tentato di toccare, nutrire o minacciare lo squalo). Tuttavia, le riprese video suggeriscono che il comportamento dei sub non è stato sempre propriamente corretto.
Ad esempio, nel 2018 alle Brothers si verificò un attacco che, solo fortunatamente, non ebbe conseguenze gravi: quando, nonostante la presenza di uno squalo particolarmente curioso e innervosito, un subacqueo ha nuotato verso la cima della barca dando le spalle all’animale. [Link al video]
Sempre nel 2018, ancora alle Brothers, si registrò un episodio molto più critico: nel video si vedono i sub sparpagliati, con assetti instabili, che producono molte bolle. Alcuni muovono in continuazione le braccia e altri indossano mute shorty, assolutamente sconsigliate in acque frequentate da squali potenzialmente pericolosi. E, nonostante diversi precedenti tentativi di attacco, i subacquei rimangono immobili, senza reagire correttamente, come ad esempio raggrupparsi e mettere le spalle al reef. Uno di loro, a cui fu successivamente amputato un arto, viene morso mentre rimane in assetto orizzontale e non fronteggia l’animale. [Link al video]
In un altro episodio, si vede uno dei comportamenti più rischiosi: subacquei che danno le spalle allo squalo e lo accarezzano, probabilmente scambiandolo per un animale domestico. [Link al video]
Secondo gli esperti, in alcune circostanze il longimano può interpretare la presenza umana come una possibile fonte di cibo, specialmente se vengono gettati alimenti dalle imbarcazioni. A prova di ciò è il fatto che, dopo aver chiuso le Isole Brothers per diversi mesi e aver vietato alle imbarcazioni, in via definitiva, il pernottamento, non sono stati più segnalati altri attacchi.

In questa foto si vede uno squalo longimano ripreso ad Elphinstone Reef in Egitto.
In questa foto si vede uno squalo longimano ripreso ad Elphinstone Reef in Egitto.

Filmare il Longimano in modo responsabile
Immergersi in liveaboard nei siti più rinomati del Mar Rosso rende relativamente agevole riprendere il longimano. La vera sfida, tuttavia, consiste nel farlo senza inquadrare migliaia di bolle o subacquei entusiasti che cercano di inseguirlo.
Quando mi immergo con l’intenzione di filmare questi squali, cerco sempre di mantenere una scorta d’aria sufficiente per la fase finale dell’immersione. Non vorrei trovarmi costretto a risalire prematuramente, proprio nel momento più interessante dell’azione, solo perché in riserva. Evito inoltre di scendere eccessivamente in profondità, preferendo mantenermi a quote che consentano, in caso di avvistamento, una rapida risalita verso la superficie.
Un elemento cruciale è la zavorra: trattandosi spesso di riprese a “fine immersione” e con bombole in alluminio, è importante indossare una zavorra adeguata per poter trattenere il respiro anche per diversi secondi, mantenendo un buon assetto, persino a bassa profondità.
Il compagno d’immersione deve possedere le medesime capacità ed esperienza, poiché per questo tipo di riprese la sintonia è essenziale. Difatti, quando lo squalo sarà avvistato (e solitamente inseguito) dal gruppo, sarà necessario sfilarsi con pinneggiate tranquille, per posizionarsi lungo quella che si prevede possa essere la sua traiettoria. Tentativi di seguirlo con il resto del gruppo sono da evitare, poiché produrrebbero solo riprese lontane della coda e molte bolle.
Successivamente, è opportuno semplicemente attendere, mantenendo un assetto armonioso e una respirazione misurata, in modo da produrre meno bolle possibile. Se si riesce ad essere “puliti” – ovvero, a non disturbare l’animale – si potrà suscitare la sua sana curiosità. Questo favorirà dapprima un posizionamento dello squalo alla nostra stessa profondità, poi un avvicinamento frontale e infine un passaggio laterale, quasi in modalità slow motion: il momento ideale per la ripresa.
Disturbare e provocare lo squalo, causando atteggiamenti aggressivi come colpi di muso, giri spasmodici attorno al subacqueo o risalite e discese rapide e frenetiche, è assolutamente da evitare. Sebbene tali comportamenti possano produrre riprese spettacolari, sono in realtà segnali di una scorretta interazione con l’animale e un preludio all’incidente. Talvolta, questi episodi vengono però innescati anche da contatti precedenti con subacquei meno responsabili.
Evitare sempre di seguire lo squalo fino alla superficie: si rischia di saltare la sosta di sicurezza, ma ancora più importante, a pelo d’acqua è molto più difficile respingere un eventuale attacco.

Filmare il Longimano in modo responsabile
Immergersi in liveaboard nei siti più rinomati del Mar Rosso rende relativamente agevole riprendere il longimano. La vera sfida, tuttavia, consiste nel farlo senza inquadrare migliaia di bolle o subacquei entusiasti che cercano di inseguirlo.
Quando mi immergo con l’intenzione di filmare questi squali, cerco sempre di mantenere una scorta d’aria sufficiente per la fase finale dell’immersione. Non vorrei trovarmi costretto a risalire prematuramente, proprio nel momento più interessante dell’azione, solo perché in riserva. Evito inoltre di scendere eccessivamente in profondità, preferendo mantenermi a quote che consentano, in caso di avvistamento, una rapida risalita verso la superficie.
Un elemento cruciale è la zavorra: trattandosi spesso di riprese a “fine immersione” e con bombole in alluminio, è importante indossare una zavorra adeguata per poter trattenere il respiro anche per diversi secondi, mantenendo un buon assetto, persino a bassa profondità.
Il compagno d’immersione deve possedere le medesime capacità ed esperienza, poiché per questo tipo di riprese la sintonia è essenziale. Difatti, quando lo squalo sarà avvistato (e solitamente inseguito) dal gruppo, sarà necessario sfilarsi con pinneggiate tranquille, per posizionarsi lungo quella che si prevede possa essere la sua traiettoria. Tentativi di seguirlo con il resto del gruppo sono da evitare, poiché produrrebbero solo riprese lontane della coda e molte bolle.
Successivamente, è opportuno semplicemente attendere, mantenendo un assetto armonioso e una respirazione misurata, in modo da produrre meno bolle possibile. Se si riesce ad essere “puliti” – ovvero, a non disturbare l’animale – si potrà suscitare la sua sana curiosità. Questo favorirà dapprima un posizionamento dello squalo alla nostra stessa profondità, poi un avvicinamento frontale e infine un passaggio laterale, quasi in modalità slow motion: il momento ideale per la ripresa.
Disturbare e provocare lo squalo, causando atteggiamenti aggressivi come colpi di muso, giri spasmodici attorno al subacqueo o risalite e discese rapide e frenetiche, è assolutamente da evitare. Sebbene tali comportamenti possano produrre riprese spettacolari, sono in realtà segnali di una scorretta interazione con l’animale e un preludio all’incidente. Talvolta, questi episodi vengono però innescati anche da interazioni precedenti con subacquei meno responsabili.
Evitare sempre di seguire lo squalo fino alla superficie: si rischia di saltare la sosta di sicurezza, ma ancora più importante, a pelo d’acqua è molto più difficile respingere un eventuale attacco.

Anche se le riprese sono quasi sempre effettuate vicino alla superficie, per il bilanciamento del bianco è preferibile impiegare l’impostazione automatica, come si osserva nel primo video che illustra la tecnica di avvicinamento descritta in precedenza. Nel secondo video, il bilanciamento del bianco era impostato a 5500K, valore che normalmente uso per le riprese a pelo d’acqua, e nemmeno con un’accurata post-produzione sono riuscito a ottenere i risultati desiderati.
Nella ripresa del longimano, è di fondamentale importanza il corretto posizionamento, che deve essere preparato già nella fase di avvicinamento. Il sole dovrebbe trovarsi alle spalle del subacqueo, e bisogna evitare di includere nell’inquadratura altri subacquei e le bolle.
Nel caso si desideri pubblicare su social media in formato 9:16, è consigliabile evitare riprese troppo ravvicinate. In assenza di una lente grandangolare accessoria, queste inquadrature rischiano la sfocatura e rendono comunque complesso il posizionamento dello squalo nel formato verticale.