Tienila stretta: lezione dal Mar Rosso
Quest’estate, durante la crociera in Mar Rosso, ho assistito a una scena che ogni videomaker teme, ma che per fortuna ha avuto un lieto fine.
Arsim, uno dei miei compagni d’immersione, ha eseguito la classica capovolta all’indietro dal gommone. Tutto da manuale, se non fosse che, un attimo dopo l’ingresso in acqua, la sua GoPro ha deciso di proseguire la discesa… da sola!
Per sua fortuna, la guida ha avuto i riflessi pronti per recuperarla al volo mentre affondava. È andata bene, anzi benissimo.
La cosa inquietante è che la videocamera era assicurata. Era fissata al jacket con la classica clip con laccio a spirale di ottima marca. Il problema? Ha ceduto la plastica. Probabilmente lo stress accumulato nel tempo, oppure un difetto congenito, hanno fatto sì che il punto di aggancio si spezzasse di netto.

Questo episodio conferma la mia regola: non fidarsi mai al 100% degli agganci. Ogni volta che mi trovo in situazioni ‘critiche’ (come l’ingresso in acqua) o quando sotto di me non ho un fondale vicino, tengo sempre la GoPro saldamente in mano: il laccetto deve essere una sicurezza in più, non l’unica garanzia.
Verifico visivamente e con il tatto i moschettoni diverse volte, in particolar modo prima dell’entrata, ai classici 5 metri nel check con il gruppo e prima di iniziare la risalita. Inoltre, continuo a dare un’occhiata agli agganci regolarmente durante tutta l’immersione, perché in passato mi è già capitato di trovare moschettoni aperti o sganciati. Insomma: clip allacciata, ma mano sempre serrata.